Finalmente sono di nuovo qui; scusate ma come mi succede sempre apro la pagina di blogspot poi mi distraggo e non scrivo mai niente..così ancora non ho scritto niente di tutte le cose che faccio ("tunne fa' troppe!!" by mamma) e che soprattutto voglio condividere con gli altri ed ho ancora un sacco di lavoro da sbrigare con questo blog. Ma io non demordo e non cederò al richiamo dello "Zoccolo duro"!!
Ho intitolato questo nuovo (ed attesissimo) post "...spunti di riflessione" perché, studiando Anatomia II, quella noia assurda del sistema arterioso in particolare, mi è venuto in mente un discorso che sicuramente il nostro caro prof. con pipa Gulisano ha fatto l'anno scorso, e che quest'anno ci sta giorno dopo giorno riproponendo, direttamente ed indirettamente, con le lezioni sul sistema nervoso: in due parole la storia del lessico, ovvero tutta quella storia per cui piano piano noi studenti di medicina, volenti o nolenti, ci s'ha da imparare un nuovo vocabolario di lingua italiana sì, ma di carattere medico-scientifica. La chiamo affettuosamente storia per via di una discussione che nacque tra i miei genitori negli anni ottanta e si ripropone ancora oggi: la studiosa di lettere asserisce che il lessico di un contadino, quello dei famosi tempi andati, sia assai più ricco di quello di un odierno ingegnere (a voi capire chi fu la letterata e chi l'ingegnere).
La domanda se l'affermazione sia vera o falsa crea ancor oggi divisioni fra il mondo delle lettere e dei numeri (sto scherzando); comunque io sono d'accordo.
Secondo me la ricchezza di vocabolario del contadino deriva dall'ampio respiro che ha il suo modo di vivere e lavorare, dall'ampiezza di situazioni che ogni giorno si trova ad affrontare, che essendo un contadino a tutto tondo non comprendono solamente la sfera dell'agricoltura (senza nulla togliere ai termini scientifici), e soprattutto deriva dal fatto che qualunque contadino dei tempi andati viveva e lavorava in rete, sicuramente di più di come si lavora nella massima settorializzazione. [Lo so, lo so, ho scritto "rete" e rimando per questo a tutto quello che ho scritto e scriverò su questo blog a proposito e anche, ovviamente, mi collego con tutto il lavoro dell'anno scorso in particolare all'Articolo.]
Adesso torniamo a noi: il lessico del medico è costretto ad essere enorme e variegato per via della materia di studio e di lavoro =l'uomo, tuttavia questo lessico (e questo mi sale agli occhi ad ogni pagina di anatomia) non è un utile strumento per lavorare in rete, perché non è comprensibile al paziente, che nonostante le parole si riferiscano a lui non è capace di recepirle, almeno in maniera immediadiata. In parole povere: il lessico è importante per descrizione e ragionamenti dal punto di vista di chi ci ha studiato, ma non da quello delle connessioni in cui si trova ad esssere utilizzato. Ed a questo punto cito il vecchio Einstein che voleva spiegare la relatività a sua nonna e concludo con: secondo me qualunque paziente troverà stupido che l'arteria succlavia penetri a pieno canale nella ascellare visto che entrambe sono pezzi della stessa cosa.
Esistono i finali in media stress??
..l'unico stress è che mi devo rimettere a studiare; baci dalla biomedica.
martedì 27 ottobre 2009
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