giovedì 16 settembre 2010

Sito di trenitalia: agitare bene prima dell'uso!

Prendo in prestito una parte del titolo di un film uscito quest'anno per dire la mia sul sito delle nostre ferrovie. Il fatto è che un sacco di tempo in questo mesetto di vacanza l'ho passato al computer, o meglio a giro per internet, e quindi mi è capitato di leggere i post, anche quelli più vecchi, su iamarf.org e di sorridere per l'indignazione del prof. a proposito del suddetto sito.
Dunque racconto la mia esperienza: io son tre anni che mi capita (troppo) spesso di dover consultare l'orario on-line di quei benedetti treni..e di perderci la pazienza.
La cosa che mi ha mandato immediatamente in bestia fin dal primo accesso è che se te scrivi l'indirizzo www.trenitalia.com ti si apre www.ferroviedellostato.it, che non è il sito tra virgolette pensato per il cliente, ma è l'home page delle ferrovie che al massimo può rivolgersi ad un fan delle ferrovie, appunto. Il bello è che trenitalia.com esiste! Basta che clicchi su trenitalia in alto..e allora perché non c'è entrato direttamente?? Almeno qui accanto alla sezione biglietti c'è l'area clienti e le pubblicità degli sconti sui frecciarossa..rabbia rabbia rabbia
Il secondo punto cruciale per una pendolare come me è il dilemma di Firenze. Premessa a questo è il mio odio per gli autobus; non sono né claustrofobica né maniaca dell'igiene ma non li sopporto lo stesso quando sono pieni, e quindi prendo il treno anche da Rifredi a Santa Maria Novella invece che l'autobus da Careggi. Chiunque scriva direzione o partenza Firenze nell'area biglietti noterà che di stazioni fiorentine se ne presentano diverse, scritte in nero o in rosso, a me in particolare viene proposto l'orario d'arrivo a S.M.N. o a Campo Marte se il treno prosegue verso Prato, io abito a Montevarchi per chi ancora non lo sapesse. Ma come scoprire gli orari tra le varie stazioni cittadine? Dopo più di un anno di tentativi ho scoperto che il modo c'è, ma attenzione a scrivere il nome preciso! Infatti, mio caro prof., se lei ha scritto "firenze campo marte" il sito le ha sicuramente risposto "nessuna stazione corrisponde ai criteri di ricerca impostati"! Si deve scrivere: "firenze campo DI marte" e allora magicamente appare l'orario; lo stesso per Le Cure, "firenze cure" non va, ma "le cure" da solo sì..alla faccia dei criteri di ricerca! La cosa ovvia ed allarmante è che questo problema si presenta per tutte le stazioni italiane: se non si scrive il nome preciso non ti cerca le più simili, ti dice solo che hai sbagliato!
Tuttavia a questo problema si collega un episodio che vale la pena raccontare: stavo consultando il sito delle ferrovie dello stato in treno con i miei colleghi pendolari dal Valdarno e avevo inserito nello spazio partenza o destinazione firenze e qualcosa, credo qualcosa scritto sbagliato, ma non mi ricordo. Apparve una cosa che non ho più rivisto, nonostante successivi tentativi: la solita pagina con nessuna stazione ecc, ma evidenziando lo spazio vuoto della stazione sbagliata l'iphone mi faceva scegliere tra le stazioni di Firenze! E quante ce n'erano: Salviati, San Marco Vecchio, Cascine, Porta al Prato.. A quel punto il viaggio sul treno si è trasformato nel divertirsi a guardare quante stazioni ci sono a Firenze, a questo proposito c'è una pagina simpatica su Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Stazioni_ferroviarie_di_Firenze
In conclusione sono perfettamente d'accordo con il prof. sul fatto che trenitalia.com non sia altro che uno dei frutti di un paese dove manca la capacità di scambio tra cittadini ed organizzazioni e ci voglio anni per raccapezzarcisi.

mercoledì 15 settembre 2010

Proposte di lettura

Buongiorno a tutti, eccomi di nuovo in questo bel blog ad ammazzare il tempo in queste placide vacanze settembrine, vacanze tanto agognate che per ora ho speso rigirandomi nel letto, leggendo e partecipando all'incontro nazionale di Emergency. Laciando per un po' da parte Emergency volevo proporre un pezzetto della postfazione del libro che ho appena finito, CON CURA (diario di un medico deciso a fare di meglio) di ATUL GAWANDE:

IL MIO QUARTO CONSIGLIO è: "Scrivete qualcosa". Non vuol essere un suggerimento intimidatorio. Non fa differenza se scrivete cinque paragrafi per un blog, un articolo per una rivista di settore o una poesia per un gruppo di lettura. Ma scrivete. Non c'è bisogno di scrivere qualcosa di perfetto. Serve solo per aggiungere qualche piccola osservazione sul vostro mondo.
Ma non dovete sottovalutare l'effetto del vostro contributo per quanto modesto. Come ha rilevato Lewis Thomas, citando il medico John Ziman: "L'invenzione di un meccanismo per la pubblicazione sistematica di "frammenti" di lavoro scientifico è stato forse l'avvenimento chiave nella storia della scienza moderna". Sollecitando il modesto contributo di molti, abbiamo messo insieme un archivio di conscenze collettive molto più utile e significativo di quanto avrebbe potuto fare qualunque individuo da solo. E questo vale dentro e fuori il mondo scientifico.
Né va sottovalutata L'importanza in sé dell'atto di scrivere. Prima di diventare medico non scrivevo, ma a quel punto ho scoperto che avevo bisogno di farlo. Nella sua complessità, la medicina è una fatica più fisica che intellettuale. E poiché è anche un'attività al dettaglio, dal momento che i medici prestano le loro cure a una persona per volta, può stritolarvi. Si può prendere la visione d'insieme dei propri obiettivi. Scrivere consente di tornare su un problema e di riflettere. Anche la più rabbiosa tirata impone a chi scrive una qualche pensosità.
E soprattutto, offrendo una vostra riflessione a un pubblico, anche ad un piccolo uditorio, diventate parte di un mondo più vasto. Buttate giù qualche riflessione, anche solo in una newsletter, e comincerete subito a chiedervi nervosamente: se ne accorgerà qualcuno? Cosa ne penserà? Ho detto qualcosa di sciocco? Un pubblico è una comunità. La parola pubblicata è una dichiarazione di appartenenza a una certa comunità, e anche della propria volontà di dare un contributo sensato.
Perciò sceglietevi un pubblico. Scrivete qualcosa.

Bé, per chi scrive o legge questo blog, c'è poco su cui non essere d'accordo (tranne questa fissa di scrivere dentro il mondo invece di dentro al mondo!); per quanto mi riguarda in particolare, non ho mai smesso di sentire il bisogno di scrivere, anche se al contrario dell'autore lo facevo molto di più prima di entrare nella facoltà di medicina, vuoi per il tempo, vuoi per la fine dell'adolescenza..
Il mio bisogno infatti è quello di continuare a scrivere.
Fin dalla fine del secondo semestre del secondo anno ho sentito di non poter abbandonare questo piccolo blog e dopo aver finito di leggere il libro di Gawande penso che sarebbe veramente meraviglioso farlo diventare un "diario di uno studente di medicina deciso a fare di meglio", con riflessioni raccolte tra un esame e l'altro, poi magari il "diario di uno specializzando.." ed infine (sempre che ci riesca!) quello di un medico. Un bel progetto, no?
Tornando al libro una semplice ma significativa recensione sta nel dire che tratta di quasi tutte le tematiche che abbiamo affrontato a cin@med, per dare un'idea i titoli delle tre parti in cui è divisa la narrazione sono: Scrupolosità, Fare la cosa giusta, Ingegnosità. E' un libro scritto per un vasto pubblico ma è chiaro che colpisce chiunque si avvicini ad una professione sanitaria, in particolare gli studenti di medicina (la postfazione in particolare riporta una sua lezione universitaria) ed infatti, l'autore utilizza le sue esperienze come strumento per parlare di numerosi temi, tra cui ho trovato molto interessanti, anche perché ne ne avevo mai letto: i problemi del sistema sanitario americano, i processi per errori terapeutici e la posizione dei medici sulla pena di morte. Insomma, anche se cin@med per quest'anno è già finito, vorrei proporre ai miei colleghi studenti, e a tutti gli altri, il libro di Gawande, che inoltre è scritto in modo semplice e diretto, da leggere senza fatica.